CONCORSO

Diocesi Oppido Mamertina – Palmi: concorso per la progettazione della chiesa a Cannavà di Rizzìconi (RC)


Progettisti:

arch. Renato Laganà

arch. Maria Pia Caradonna

arch. Pasquale Romeo


Liturgista:

Padre Piotr Pawel


Artisti:

maestro  Gennaro Carresi

maestro Francesco Scialò


Consulente:

arch. prof. Gaetano Ginex


Collaboratori:

arch. Francesco Trimboli (PhD. S.)

arch. Sonia Mercurio (PhD. S.)

Don  Angelo Battaglia

 

Il concept della chiesa si basa essenzialmente nell’individuare un principio di insediamento in cui concorrono molti fattori quali il Luogo, la Forma architettonica come principio insediativo, gli Elementi che la costituiscono, la Luce che la illumina, i Materiali e lo spazio interno ed esterno che deve essere organico e iconografico, oltre ad essere improntato ai principi della sostenibilità. Lo spazio interno è un luogo comunitario, caratterizzato nelle funzioni Sacramentali:Presbiterio, Altare, Ambone,Battistero e da tutti gli spazi sacri che permettono al fedele di viverli con raccoglimento meditativo. L’intero sistema deve comprendere una cronologia sacra in riferimento al Cristocentrismo della liturgia. Cristo è il protagonista della liturgia, quindi ogni spazio della Chiesa deve rappresentare la sua Presenza nella Parola, nei fedeli che pregano, ai sacramenti e al Sacrificio della Messa. Lo spazio ecclesiale si configura con più centri, non esiste una unica centralità ma al contrario essa migra in più direzioni. La pianta interna dovrebbe assumere una forma fluida e dilatata dove la forma del tetto rompe questa linearità. Una forma geometrica evidente ritmata da intervalli in copertura che alludono ad un cosmo il cui centro è la sacralità come principio fondativo. La natura è parte integrante di questa meraviglio sacreazione, i paesaggi, gli uliveti con un loro colore riposante donano la possibilità di metterci in ascolto e guardare, con gli occhi dello Spirito ciò che la natura ci comunica.

 

Nell’Ordine del Carmelo Teresa Martin diventata Santa Teresa del Bambino Gesù intraprende il cammino della perfezione, insistendo sulla centralità dell’amore.  Un Cristocentrismo quindi che suscita una disposizione d’animo di gioia e di desiderio umile, per accedere ai Sacramenti. Quindi l’architettura diventa liturgia in cui Lumen (Luce) e Numen (mistero del Divino) s’incontrano all’interno della Chiesa dove il mistero della Presenza di Dio, diventa visibile all’intera comunità che è pronta a partecipare alla celebrazione Eucaristica. La liturgia diventa pienezza quando si incrociano due elementi, la presenza verticale rappresentata da Dio, e quella orizzontale rappresentata dall’uomo e da tutta la comunità.    Oltre alla centralità di Cristo, l’architettura diviene strumento di espressione per un raccoglimento orante. Un cristocentrismo dinamico come strumento di culto e modalità di espressione dell’Essere, dell’Attrarre che con semplici segni architettonici abbraccia l’intero organismo con una visibilità che mette al centro l’Eucaristia. La scelta della luce proveniente dall’alto simbolicamente rappresenta il cielo come copertura che si formalizza in punti luce che emanano un chiarore naturale e tenue che esalta la volumetria dell’intero organismo. La luce scandisce nei suoi ritmi di chiaroscuro luoghi destinati al culto ma anche irradia tutto il manufatto avvolgendolo come un manto i luoghi in cui raffigurare artisticamente i “santi titolari” della chiesa e della parrocchia, Santa Teresa del Bambino Gesù e dei genitori, Louis Martin e Zèlie Guérin.Luoghi dedicati alla Sacra Famiglia e alla Custodia Eucaristica realizzano in ultimo una continuità architettonica con l’area presbiteriale. Ogni effetto luminoso esalta la gerarchia delle varie parti della Chiesa. In essa si realizza la preghiera di Santa Teresa, divinizzata dallo Spirito Santo, come punto di partenza per un riscatto sociale del territorio.